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giorno3-8

Make it Good(s), il racconto!

Le considerazioni di Mattia Sullini curatore dell'area per #IF2014

Non era scontato che la scelta di ospitare un’officina temporanea attrezzata all’interno di un Festival dedicato ad Internet sarebbe stata compresa prima, ed apprezzata poi, come invece è accaduto con la sezione Make It Good(s). Dopo tutto Internet è l’altro mondo, quello digitale e smaterializzato della rete, cosa c’entrano delle macchine che fanno (make) delle cose (goods)? In realtà molto, ed il senso del programma di attività ospitate all’interno della sezione sta anche nell’aver affrontato questa domanda, andando ad esplorare in maniera volutamente empirica i punti di contatto che nei processi di produzione di beni e servizi mettono in contatto i due mondi, quello fisico degli atomi e quello digitale dei bit.

Per farlo, come cuore della sezione abbiamo allestito un’officina attrezzata con macchine per la lavorazione di materiali controllate da computer. Intorno alla disponibilità dell’officina abbiamo costruito 5 laboratori pratici, 5 esperimenti nei quali far esperire in prima persona ai partecipanti le possibilità che si stanno aprendo grazie alle attività ed ai progetti dei lungimiranti ed intraprendenti pionieri che li hanno coordinati.

MATTERMACHINE è uno strumento per la modellazione di prodotti parametrici. Il designer invece di progetare un oggetto definito e congelato nelle sue precise dimensioni fisiche, costruisce un insieme di parametri e relazioni. I partecipanti al workshop hanno imparato ad utilizzare questo strumento personalizzando il progetto di un tavolo che è stato poi prototipato direttamente in officina con la fresa cnc inviando alla macchina delle istruzioni che a Pisa hanno percorso pochi metri ma che avrebbero potuto essere trasmesse anche all’altro capo del mondo, dando forma allo stesso identico oggetto

SLOW-D è una piattaforma di disintermediazione tra designers ed artigiani che costruisce una filiera di ideazione-produzione-vendita completa ma alternativa a quella attuata dall’industria. È stata pubblicata una call aperta sulla progettazione di un nodo strutturale per mobili che fosse stampabile in 3D, i cui vincitori (Fab In Italy) sono venuti a Pisa ed assieme ai mentors di Slow-d, ai partner di 3D Italy ed ai partecipanti al workshop hanno reso il progetto più efficace e resistente alla luce di esigenze sia funzionali che tecnologiche, sperimentando dal vivo quello che la piattaforma permette di fare online e producendo direttamente il prototipo di una scrivania realizzata grazie al nodo migliorato.

DQUID è un dispositivo hardware concepito in maniera tale da essere agevolmente interfacciabile con un’ampia varietà di sensori ed attuatori che comunicano con un’app composta da moduli pre-programmati ed installabile su qualsiasi smartphone. I partecipanti al workshop, hanno potuto costruire un semplice dispositivo controllabile con il proprio telefonino, esattamente come potrebbe e potrà fare qualunque designer, creativo, artigiano, elettronico con il proprio progetto PIRATI&SIRENE è un gruppo di blogger, creativi, fotografi ed insegnanti attivi su iniziative diverse, da un portale di cultura e lifestyle, a mercati itineranti per artigiani, a corsi per creativi ed autoproduttori sulla creazione autonoma di contenuti visivi e testuali per il web. CO-HIVE è invece una piattaforma relazionale pensata per mettere in connessione i portatori di competenze tecniche quali makers ed artigiani, con chi mette a disposizione gli strumenti per concretizzarle e con i luoghi dove poterlo fare come makerspace, fablab e laboratori condivisi. LOFOIO è proprio uno di questi laboratori, una bottega fiorentina che a Pisa ha contribuito con una parte della propria attrezzatura all’officina temporanea. Insieme hanno indirizzato i partecipanti nella realizzazione di un manufatto attraverso la fase ideativa, realizzativa e di comunicazione. Esistono infatti oggi i mezzi per permettere anche a piccolissimi artigiani di presentare le proprie creazioni ad un pubblico potenzialmente globale.

MOD-O è un gruppo di coach che insegna a manager e dipendenti delle imprese come aggiornarsi rispetto alla riorganizzazione e ritaratura in senso collaborativo delle relazioni interne tra le risorse umane, alla ridefinizione dell’approccio alla mission aziendale, dalla progettazione dei prodotti fino alla strategia di vendita. Il workshop è stato specificamente indirizzato a piccoli imprenditori ed a funzionari di CNA perchè potessero sperimentare direttamente come interfacciarsi con gli altri nel perseguimento di un obbiettivo comune, nel caso specifico una campagna di comunicazione prevalentemente sui social. Il mondo della piccola impresa infatti spesso non è sufficientemente cosciente della crucialità, ma nemmeno della praticabilità, di un avvicinamento autonomo alla digitalizzazione. Eppure la sfida è vitale, particolarmente nel contesto italiano.

Quando si parla di digitalizzazione si parla infatti di un vero e concreto cambio di paradigma che è di portata epocale. La tecnologia è sempre un abilitatore di processi, ed è rivoluzionaria quando i processi che abilita non sono una semplice trasposizione digitale di identici processi analogici. Quando poi quello che si apre è un intero nuovo dominio, allora il salto è davvero epocale. È esattamente quello che è accaduto con la combinazione di elettronica miniaturizzata ed internet: oggi in tutti i paesi sviluppati ognuno di noi è costantemente connesso attraverso smartphone e computer, e cominciano ad esserlo anche le cose che usiamo quotidianamente. Cambia così radicalmente il modo in cui produciamo e consumiamo beni e servizi.

Questa è la sfida/opportunità che il sistema produttivo del paese deve affrontare/cogliere al più presto. Ed è questa la mission di CNA Digitale, il think thank interno all’Associazione che si occupa proprio di digitalizzazione ad ampio spettro per le PMI italiane e che non casualmente è stato il partner per la creazione degli altri due contenuti della sezione Make It Good(s).

Parallelamente ai 5 laboratori ed all’interno della stessa location di San Michele degli Scalzi si è infatti svolto l’hackathon RIOT (Revolutionizing the Internet Of Things), una maratona di sviluppo per coder, hackers, hobbisti, maker, dottorandi, ricercatori di talento, una festa dove le imprese si sono incontrate con pensatori di talento disposti ad accettare le sfide poste dalle aziende, che oltre a porre le sfide per i gruppi hanno messo a disposizione hardware e materiali. Oltre 30 hackers, più di 20 aziende, 5 talks di ospiti internazionali, oltre 20 uditori esterni, 10 giurati per i premi finali tutto sotto l’occhio vigile del FABLAB PISA che ha aiutato gli hacker nella realizzazioni delle parti, nella integrazione delle elettroniche usate, nelle operazioni di reperimento materiali e componenti elettroniche, nei cablaggi e nelle saldature.

Una parte fondamentale l’hanno svolta i talk su design di oggetti non utilitaristici, design inevitabile, oggetti sociali e loro impiego nella manifattura 2.0 che hanno inframezzato la parte più strettamente operativa per fare in modo che tutti i partecipanti tornassero a casa con una visione di ampio respiro che andasse oltre l’aspetto prettamente tecnico della progettazione e realizzazione dei dispositivi e fosse portata da esperti di peso nazionale ed internazionale.

Il ragionamento a livello più di sistema è stato invece affidato al panel STARTUP OF THINGS, al quale hanno partecipato intelligenze e competenze di primo livello moderate da Alessio Jacona. Andrea Di Benedetto, vice-presidente nazionale di CNA, Stefano Micelli, autore del best-seller Futuro Artigiano e direttore della Fondazione Nord-Est, Luca De Biase, Massimo Quintarelli, UN ALTRO hanno fornito gli elementi per per percepire come impellente per il sistema produttivo del paese la necessità di investire su di una strategia specificamente italiana per la sua digitalizzazione. Non si tratta semplicemente di recuperare un ritardo quanto piuttosto di valorizzare un patrimonio di competenze e know-how diffuso e capillare che ancor meglio di modelli di organizzazione della produzione caratteristici di altri paesi potrà trarre giovamento dalla connessione con i mercati globali e dall’aggiornamento dei processi.

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