Fabrizio Macchi nasce a Varese il 26 luglio 1970.
Nel 1982, Fabrizio è un bambino come tanti, che vive la sua infanzia a Varese, tutto preso dai giochi, dagli amici e dalle corse all’aria aperta. Finché, a tredici anni, un ginocchio comincia a fare male. Non è una botta, come i medici pensano all’inizio, ma un tumore osseo, che porta Fabrizio a un calvario ospedaliero estenuante, segnato da 17 operazioni chirurgiche e 20 cicli di chemioterapia. Sofferenza e dolore indicibili. E inutili. Perché alla fine il tumore è sempre lì. Finché Fabrizio, a sedici anni, sceglie di farsi amputare la gamba, per smettere di soffrire e tornare libero.
La nuova vita al principio non è facile. L’handicap, i pregiudizi, le difficoltà. Sembrano tutti ostacoli insormontabili. Finché Fabrizio prende un’eroica decisione: per avere il meglio, occorre puntare al meglio. Non accontentarsi di una vita normale, ma vivere una vita straordinaria.
A distanza di tre anni, Fabrizio ha realizzato il suo sogno: diventare un campione nello sport con medaglie e trionfi in varie discipline. Oggi, spo- sato con Patrizia e padre di Thomas e Mattia sogna l’Olimpiadi di Rio 2016. Ad oggi Fabrizio Macchi ha vinto dodici medaglie mondiali di cui due d’oro, un bronzo olimpico ad Atene 2004, quattro medaglie europee e venti nove campionati italiani. E’ uno degli atleti paralimpici più conosciuti al mondo.
Attivo da sempre per la difesa dei diritti dei disabili, da sempre è anche testimonial AISOS – associazione Italiano Studio Osteosarcoma e sostenitore della Ricerca contro la Fibrosi Cistica.
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