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ATMOSFERA CREATIVA per lo sviluppo locale in Italia.

Un percorso fra pratiche di costruzione di comunità, patrimoni ipertestuali e sostenibilità economica per l'industria creativa

Gli oggetti culturali, il processo creativo a loro sotteso, la loro vendita, la loro fruizione e il loro commercio servono a molteplici scopi: hanno un valore simbolico, definiscono le identità, recano prestigio e fama, danno lavoro, informano e intrattengono. Il fatto di profondere così tanti sforzi alla ricerca di qualcosa che sembra di così scarsa importanza – se paragonato a questioni rilevanti come la guerra e la pace, la lotta contro le malattie, la ricerca di cibo e di un riparo – è il tratto distintivo della nostra specie. (Donald Sasson, La cultura degli europei dal 1800 a oggi, Rizzoli, 2008, pag. 24)

Le industrie culturali e creative nella loro aggregazione costituiscono un macro settore del sistema economico italiano di rilevante importanza. Spesso non è considerato nei documenti ufficiali sia per la sua trasversalità intersettoriale difficile da far emergere nei dati statistici che dovrebbero essere riorganizzati per nuovi temi, sia per il recente emergere dei settori creativi non ancora oggetto di valutazione contabile e quantitativa. (Walter Santagata, Il governo della cultura. Promuovere sviluppo e qualità sociale, il Mulino, 2014, pag. 97)

I modelli di innovazione regionale dipendono in larga misura da elementi territoriali, ampiamente radicati nella società locale, nella sua storia, nella sua cultura, nei suoi processi di apprendimento. La creazione di conoscenza è il risultato della presenza di una combinazione di elementi tangibili e intangibili, di fonti informali e formali. Gli elementi materiali, come la presenza di università e centri di ricerca, sono sicuramente importanti, ma la differenza nella creazione di conoscenza dipende sempre più da elementi immateriali legati alla creatività, cultura, gusti, che rappresentano per le comunità locali attorno ai quali si sviluppano mercati del lavoro specializzati, capitale umano di alta qualità, processi di apprendimento cumulativi, reti di cooperazione interpersonali. (Riccardo Cappellin, Enrico Marelli, Enzo Rullani e Alessandro Sterlacchini; Crescita, investimenti e territorio: il ruolo delle politiche industriali e regionali, eBook 2014.1, pag. 174 – www.facebook.com/crescitainvestimentiterritorio)

L’obbiettivo europeo per il 2020 di Crescita intelligente, sostenibile e inclusiva deve fare i conti con la necessità di identificare modelli di innovazione regionale fondati sulla natura della conoscenza di base utilizzata e delle specificità produttive regionali, come pure identificare i canali attraverso i quali le singole regioni possono acquisire conoscenza dall’esterno, qualora quella interna non sia sufficiente. Anche Culture is smarter si confronta con questa sfida.

Venerdì 10 ottobre ci attende una ricca giornata di riflessione che passerà in rassegna modelli, strumenti ed esperienze (locali, tematiche o web based) di costruzione di comunità in Italia. Non solo, nelle nostre intenzioni c’è anche la volontà di suggerire l’analisi di un ambito di attività, quello degli open data per la cultura, che ha tutte le carte in regola per generare nuove opportunità economiche e lavorative (un binomio ormai tutt’altro che scontato). Infine chiuderemo il percorso con una panoramica sulle forme della sostenibilità delle iniziative creative e culturali, favorendo l’incontro fra mentori o finanziatori e autori di proposte progettuali o imprenditoriali che saranno selezionati attraverso una call aperta per tutto il mese di agosto.

In ciascuno dei tre momenti in cui si articola il percorso, interventi programmati dei relatori saranno in dialogo con i partecipanti all’incontro presenti in sala. I materiali prodotti per la giornata saranno raccolti e pubblicati sul sito del festival.

Gli invitati sono rappresentanti di associazioni territoriali, esponenti delle istituzioni nazionali ed europee, imprenditori, investitori, giornalisti, responsabili di piattaforme di collaborazione online, curatori di progetti editoriali, innovatori sociali, ecc.

Qualche anticipazione sui Format. Ciascuno dei tre panel va a connotare diversamente la parola chiave scelta per l’edizione di quest’anno del festival. E così al mattino, dalle 10 alle 12, per far luce sulle comunità, da sud a nord, fra MODELLI sperimentati e STRUMENTI di valutazione dell’impatto, ci occuperemo di materia sensibile, mettendo a fuoco esempi e metodologie che cercano di tenere insieme qualità sociale e valore economico.

Nel pomeriggio si riprenderà alle 14:30 con la materia grigia, ossia i contenuti e le relazioni di senso che possono essere valorizzati grazie a progetti di storyteling o applicazioni basati sull’uso degli open data in ambito culturale: un patrimonio enorme su cui apriamo un dibattito pubblico con esponenti di primo piano nel mondo dell’imprenditoria e interlocutori istituzionali. Un’idea motrice da riempire di sostanza, per orientarci e segnalare quali tecnologie e competenze sono disponibili nell’immediato, scalabili a livello nazionale e oltre o replicabili/adattabili in differenti contesti iperlocali.

Last but not least, la materia prima. Mentori e Investitori descriveranno dal loro punto di vista le caratteristiche vincenti e le carenze di chi si propone di creare business con al centro la cultura, l’elaborazione o l’applicazione di conoscenza, lavorando sulla vocazione territoriale e ponendosi in relazione con le migliori pratiche internazionali. Limiti e frontiere per lo sviluppo dell’industria creativa in Italia. Dopo una prima parte di tavola rotonda, quattro valutatori si siederanno di fronte ad aspiranti imprenditori per valutare iniziative progettuali o d’impresa nell’industria creativa, supportate da tecnologie digitali e con accenti sul turismo, il sociale, l’innovazione.

Uno speed dating dedicato ai vincitori del bando inPITCHati, che si giocheranno in 5 minuti una chance.

Non ci resta che scoprire i volti dei protagonisti: STAY TUNED & SAVE THE DATE!

Giancarlo Sciascia

 

Chi sono
Sono un manager culturale laureato a Pisa nel 2005 in Economia Politica e specializzato dal 2007 nell’ideazione, progettazione gestione e promozione di iniziative di costruzione di comunità tematiche e/o territoriali; sono attivo nella disseminazione della ricerca e nello sviluppo locale trainato dalla cultura e supportato da piattaforme di collaborazione online. Dal 2011, come community manager di Fondazione <ahref, mi sono dedicato ad attività di formazione nell’ambito dei media civici, ho curato il coaching per lo storytelling di comunità su timu.it e contribuito al successo dei premi cheFare e Culturability. Sono fra i vincitori del bando Cariplo Innovazione Culturale 2014 e co-ideatore del calendario digitale lagrandeguerrapiu100.it; come innovatore sociale, collaboro ad azioni di ricerca-intervento nel sud d’Italia e coordino processi di misurazione dell’impatto.

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